C’è una cultura profonda che unisce la città di Fiume ad altre realtà urbane del nord Italia: storie grandi e minime, arrivi e partenze, la condivisione del pensiero di uomini illustri e l’evoluzione delle comunità al loro interno. Una delle più longeve e caratterizzanti è quella ebraica che ritroviamo a Fiume come a Trieste, Venezia e naturalmente a Padova, sede da decenni dell’Associazione Fiumani Italiani nel Mondo che non poteva che cercare di evidenziare questo collegamento. Padova è sempre stata la città della cultura universitaria alla quale si sono formati i più grandi intellettuali di tutto il territorio Alto Adriatico, Fiume compresa. Da queste premesse nasce la riflessione che si snoderà in alcuni incontri – da ottobre a dicembre 2018 – voluti congiuntamente dall’AFIM e dal Museo della Padova Ebraica, in collaborazione con la locale Comunità ebraica, la Società di Studi Fiumani e la Coop Culture.
Primo appuntamento, intitolato proprio “La Comunità ebraica a Fiume”, giovedì 4 ottobre ore 17, a ridosso del Raduno dei Fiumani a Montegrotto, presso il Museo della Padova ebraica in via delle Piazze 26. Relatore la dott.ssa Silva Bon, noto storico dell’FVG, già presidente dell’Istituto regionale per la Cultura ebraica dell’FVG che interverrà sulla storia ed i drammi della comunità ebraica nella città liburnica di Fiume nel corso dei secoli fino alla Shoah e all’esodo della comunità italiana dopo la seconda guerra mondiale. La Bon è autrice di numerosi libri sugli ebrei del territorio.
A novembre (giovedì 8), Rina Brumini, docente della Scuola superiore di Lingua Italiana di Fiume e autrice di uno studio sulla storia della comunità ebraica a Fiume, presenterà la sua opera soffermandosi sulla realtà della comunità ebraica a Fiume dalla ricostituzione, nel secondo dopoguerra, ad oggi. Un’analisi interessante che indaga soprattutto la dimensione culturale di questa presenza che la Brumini intende ampliare nel futuro. La realtà ebraica contribuì allo sviluppo della città attraverso l’impegno di personaggi illustri tra cui Maylender, Adam e Valiani, tanto per citare degli esempi, ai quali altri ne vanno aggiunti in una ricchezza di intellettuali che hanno scritto la storia della città. Numerosi i volumi a loro dedicati. Molti i riferimenti che ritroviamo anche in una delle opere più recenti, “Storia di Fiume” di Giovanni Stelli.
Esiste uno stretto rapporto storico tra le comunità ebraiche di Fiume e Trieste che verrà “raccontato” agli inizi di dicembre (giovedì 6 alle ore 17), dalle autrici di volumi che, in diverso modo, affrontano le storie legate a questa dimensione. Silvia Cuttin con i suoi libri “Ci sarebbe bastato” e “Il vento degli altri”: nel primo ricostruisce gli spostamenti della sua famiglia dall’Ungheria a Fiume agli inizi del Novecento e fino allo scoppio della seconda guerra mondiale con alcuni inserti che riguardano il passato più recente quando gli ultimi protagonisti ancora in vita s’erano fatti testimoni per lasciare a lei questa importante eredità della memoria. Nel secondo, dagli anni venti del Novecento ai giorni nostri, le vicende intrecciate di nuclei famigliari all’interno di una casa che diventa testimone dei loro sogni e dei loro risvegli, l’entusiasmo giovanile e le grandi delusioni che hanno caratterizzato un secolo di storia fiumana. La Cuttin dialogherà con Rosanna Turcinovich Giuricin autrice di “Maddalena ha gli occhi viola”, storia di una ragazza ebrea slovacca, giunta a Trieste a pochi mesi di vita con la sua famiglia e che sarà testimone di una realtà intensamente felice fino alla promulgazione delle Leggi razziali del 1938 (di cui quest’anno ricorre il triste anniversario). Un altro sogno infranto, altre famiglie distrutte, spazzate via dalla guerra che non concede scampo. Oggi Maddalena vive a Toronto in Canada, dove l’autrice ha raccolto la sua lunga struggente storia di unica sopravvissuta di una famiglia molto numerosa. Negli anni trenta le Comunità di Fiume e Trieste mantenevano rapporti costanti. Durante la guerra Monsignor Santin, Vescovo di Trieste, salvò il tesoro della Sinagoga legando, anche con questo gesto pericoloso ma necessario, la loro storia di sofferenze a quella del suo popolo esule dalle terre istriane, fiumane e dalmate.
Le serate sono coordinate, per l’AFIM, dal segretario generale Adriano Scabardi e dal Consigliere incaricato delle politiche culturali, Franco Papetti con l’avallo del presidente Guido Brazzoduro