E’ mancata nei giorni scorsi a Fiume, la giornalista Rosy Gasparini, per una vita colonna portante della Voce del Popolo. Sentiamo la notizia su TV Capodistria…le parole rimangono sospese nella nostra mente per un lungo istante. No, non è possibile, la nostra Rosy, l’anima delle battaglie per la storia di Fiume, le sue piazze e le sue case. Voce che spesso si staccava dal coro, non prescindendo dalla sua carica di alta umanità e di spirito libero. “Se go de dirtele, te le digo in muso!”.
Per molti anni a capo della Fiumana del quotidiano italiano, un giornale nel giornale. “Non stemo misciar le robe, Fiume xe Fiume”…lo diceva con falsa serietà, con quel lampo deciso e sornione negli occhi di un verde bellissimo che hanno fatto innamorare tanta gente di questa donna eccezionale. Un monumento per la nostra Comunità che come tutti i monumenti infiamma una gran parte di persone, le altre le lascia indifferenti per ignoranza, per mancanza di una coscienza nazionale così come lei la concepiva, combattiva e sempre presente.
Fu lei a pronunciare un giorno parole profonde e pesanti come pietre, parafrasando un’immagine descritta da Santarcangeli nel volume “La città dell’aquila decapitata”…sortì: “Se i ne metesi noi tutti italiani de qua, insieme nello stadio de Cantrida, e i ne fazesi fora tutti, prima o poi, qualche mona se ricordasi de essere italian e tutto riminciassi de novo”.
Grande Rosy ad aver capito la vocazione da Araba Fenice della nostra gente che, come la marea, arriva, succhia il sole dalla riva, e se ne torna nel mare grande, ma ritorna, tante e tante volte ancora, magari sperando di rimanere intrappolata tra le rocce, in una pozza che le possa concedere ancora un po’ di quiete e di cielo pulito dopo tante tempeste.
Rosy era il binomio perfetto con Agnese Superina, con loro e Roberto Palisca nel 2013 organizzammo a Fiume, Comunità degli Italiani e Associazione degli esuli insieme, il primo Incontro mondiale Sempre Fiumani, con anche la partecipazione della Fanfara dei Bersaglieri che aveva percorso correndo il Corso per arrivare con un boato senza fine nella sala delle feste della Comunità. Che momenti, quanto entusiasmo, quanta voglia di verità, di abbracci e lacrime perché siamo gente di sentimenti, sappiamo commuoverci. Anche gridare, arrabbiarci e fare pace.
Solo la falce della terribile Signora nera può toglierci il fiato ma non il ricordo che rimane e vive in chi continua ad agitarsi e lottare, magari in solitudine ma per tutti. Viva Rosy. Viva Fiume.
Rosanna Turcinovich Giuricin
Nella foto: Rosy Gasparini con Rosanna Turcinovich e Fulvio Varljen durante la cerimonia alla Cripta di Cosala per il 2 novembre