Il dovere di denunciare le inesattezze

Franco Papetti, da Perugia, nonché responsabile del settore Cultura dell’AFIM, ci segnala un articolo su D’Annunzio uscito sulla rivista Panorama (Mondadori) in cui compaiono tantissime inesattezze storiche, e non soltanto (vedi la foto di Fiume che Fiume non è…) che egli ha avuto lo slancio di sottolineare e specificare, inviando al giornale le sue considerazioni.

Le riportiamo qui, meritano senz’altro anche un vostro commento:

Gentilissima Redazione di Panorama,

la presente per ringraziarvi di aver dedicato  nel numero  del 19 dicembre 2018 un interessantissimo articolo su Fiume a firma di Lorenzo Del Boca. Io sono di origine fiumana di una famiglia che risiedeva a Fiume dal XVIII secolo e aver voluto ricordare  il prossimo  centenario dell’avventura dannunziana non ha potuto che farmi piacere.

Tuttavia, il pezzo contiene una serie talmente grande di errori, imprecisioni e  superficialità che non avrei mai creduto di trovare  in una rivista che seguo  da sempre e la considero di alto livello professionale.

Riassumo:

  • La fotografia riprodotta non è Fiume ( In allegato una foto di Fiume dell’inizio del novecento).
  • L’autore dice che Rijeka (la Fiume attuale in Croazia) ha una popolazione di 170.000 abitanti. Secondo il censimento del 2011 Rijeka aveva una popolazione di 128.000 abitanti. Mi riesce difficile credere che in sette anni la popolazione sia cresciuta di quasi cinquantamila abitanti soprattutto in una città che sta attraversando una crisi economica senza precedenti (chiusura di molte aziende e dei cantieri navali).
  • Si fa riferimento al Censimento effettuato nel 1910 dalla monarchia ungherese quando Fiume aveva 49.806 abitanti. I numeri citati in assoluto sono corretti giungendo alla conclusione che gli italiani rappresentavano  il 48,6 % della popolazione e i croati al 52,4% (sic). La conclusione alla quale si arriva è completamente errata in quanto  malignamente non vengono considerati 12.668 abitanti per lo più italiani originari del regno d’Italia  che avrebbero portato gli italofoni al 74% della popolazione totale e i croati al 26% .
  • L’autore del pezzo si chiede come mai non furono conteggiati gli abitanti di Sussak quasi totalmente croati. La risposta è piuttosto semplice ed uno storico attento avrebbe risposto che da 1779 con l’editto teresiano Fiume era “Corpus Separatum” ovvero dipendente direttamente da Budapest e Sussak divisa da Fiume dal fiume Eneo (oggi Rijecina) e da un confine era parte integrante della Croazia.
  • Il Del Boca si chiede cosa centrasse Fiume con l’Italia come nazione  dove i suoi esponenti principali si chiamavano Grossich, Adamich, Blasich, Ossoinack ecc… ovvero introduce un concetto etnicistico preferendolo a quello linguistico culturale. Questo si rifà al 1800 quando i patrioti croati (jugoslavismo) stampavano i loro giornali e pubblicazioni per la città di Fiume  in italiano asserendo che gli abitanti di Fiume fossero slavi di sangue anche se parlavano l’italiano.  Secondo questa impostazione (?)  Armando Diaz sarebbe spagnolo, Federico Chabod sarebbe francese come Paolo Thaon de Revel. Non dimentichiamo Henry John Woodcock !
  • Per la prima volta ho letto che D’Annunzio portava la camicia nera! Un narcisista e dandy come il Vate non lo avrebbe mai fatto tanto per salvare l’aspetto estetico. Forse del Boca si confondeva con le mostrine nere che erano quelle degli arditi.
  • Altra teoria interessante e quella della presunta omosessualità del poeta. Non voglio entrare in questi discorsi ma da quello che si sa da Eleonora Duse, da Isadora Duncan da Luisa Baccara farebbe pensare al contrario ad un presunto satirismo con abbondante utilizzo di cocaina .
  • Del Boca parla di D’Annunzio come comprimario nella prima guerra mondiale. Credo, invece , all’importanza politica e propagandistica di D’Annunzio solo per citare alcuni casi come l’immagine del poeta soldato, del volo su Vienna e della beffa di Buccari.
  • Fiume non è in Dalmazia, che comincia dalla cittadina di Buccari (Bakar) ma in Liburnia.

Consiglierei a Del Boca di leggere il libro del più famoso storico fiumano Giovanni Kobler dal titolo “Memorie per la storia della liburnica città di Fiume”, scritto in italiano ovviamente.

  • L’autore parla di “Natale di sangue” dicendo che di sangue ne scorse poco. Le perdite dei soldati del regio esercito furono  di 25 morti e 139 feriti quelle dei legionari 26 morti 46 feriti  oltre a 5 civili morti  nei bombardamenti. Pochi o molti sono solo opinioni.
  • Il “Natale di sangue” non fu causato solo dalle pressioni internazionali ma soprattutto dall’accordo tra il Regno d’Italia e lo stato dei Serbi, Croati e Sloveni (SHS) con il quale si istituiva lo “Stato libero di Fiume”,  trattato di Rapallo 12 novembre 1920.
  • Quando D’Annunzio fu sloggiato da Fiume il capo digoverno dal giugno 1920 era Giovanni Giolitti e non Francesco Saverio Nitti

 

Vi ringrazio vivamente della cortese attenzione e vi prego di gradire i miei più cordiali saluti.

Franco Papetti